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Visualizzazione dei post da maggio 1, 2012

Capacità di intendere e volere e patteggiamento

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Corte di cassazione - Sezione VI - Sentenza 2-5 aprile 2012 n. 13183 La massima: “ la manifestazione di volontà espressa dalla parte privata-imputato è atto negoziale di assoluta rilevanza incidente sul suo diritto di libertà che richiede piena consapevolezza rappresentativa e deliberativa degli effetti giuridici che l’espressione del consenso al patteggiamento della pena produce” . La pronuncia in questione trae spunto dalla vicenda di un imputato che, tratto a giudizio per evasione nelle forme del rito direttissimo ex art. 449 c.p.p. aveva formulato richiesta di patteggiamento ex art. 444 c.p.p. Il suo difensore proponeva ricorso per cassazione avverso la medesima decisione adducendo violazione degli artt. 85 e 88 c.p. e 70 c.p.p. poiché solo in un momento successivo aveva appreso di una pregressa (e permanente) situazione di incapacità di intendere e volere in cui versava l’imputato e della conseguente incapacità a partecipare coscientemente al processo.

L’estrazione di notizie da banche date a fini personali integra l’accesso abusivo a sistema informatico

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Cassazione Sezioni Unite 27.10.2011 n. 4694 La massima: “ integra il delitto di accesso abusivo a sistema informatico o telematico ex art. 615 ter c.p. la condotta di chi, pur essendo abilitato, travalichi le condizioni ed i limiti imposti dal titolare del sistema per delimitarne oggettivamente l’accesso, a nulla rilevando le finalità che ne hanno motivato l’ingresso” . La pronuncia in esame trae origine dalla condotta di un maresciallo dei Carabinieri  introdottosi nel Sistema di Indagine (denominato S.D.I. in dotazione alle forze di polizia) il quale, pur essendo abilitato all’accesso, ne traeva informazioni relative ad un’indagine di cui non era investito. L’intervento della Sezioni Unite è stato determinato dall’assenza di uniformità di vedute.

Il sordomuto non può ingiuriare: i criteri del Gup nel pronunciare il non luogo a procedere

Cassazione sez. V 18.04.2012 n. 15026 La massima : “ la condizione fisica di sordomuto è incompatibile con la pronuncia dell’ingiuria e pertanto lo stesso non può essere condannato anche se emette dei suoni gutturali risultandone difficoltosa la interpretazione”. Nella pronuncia in commento la Suprema Corte, respingendo il ricorso avverso la sentenza di non luogo a procedere emessa dal Gup del Tribunale di Viterbo, evidenzia innanzitutto quale sia la funzione dell’udienza preliminare .  Invero, si ribadisce che lo scopo è quello di evitare dibattimenti inutili e non  di accertare la colpevolezza o l’innocenza dell’imputato. Il Gup emette sentenza di non luogo a procedere ex art. 425 c.p.p. solo in presenza di una situazione favorevole alla posizione dell’imputato la quale, in base ad una prognosi ragionevole, non appaia superabile in dibattimento mediante l’acquisizione di nuovi elementi di prova ovvero da una diversa valutazione di quelli già acquisiti. Il giudic

Domande suggestive: il divieto di porle vale per tutti

Cass. sez. III 18.01.2012 n. 7373 La massima: “ nonostante il divieto di formulare al testimone domande suggestive sia dalla legge espressamente previsto con riferimento alla sola parte che ha chiesto la citazione del teste, lo stesso deve tuttavia applicarsi a tutti i soggetti che intervengono nell’esame testimoniale , operando ai sensi del comma 2 dell’art. 499 c.p.p. per tutti costoro il divieto di porre domande che possono nuocere alla sincerità delle risposta e dovendo anche dal giudice essere assicurata in ogni caso la genuinità delle risposte ai sensi del comma 6 del medesimo articolo” . In base al disposto dell’ art. 499 comma III c.p.p. la parte che ha chiesto la citazione del testimone e quella che ha un interesse comune non possono porre domande che tendono a suggerire le risposte. La norma, consente quindi la formulazione di domande suggestive solo in sede di controesame . La pronuncia in esame, pur non dotata dell’autorevolezza delle Sezioni Unite, giunge